Rieti, Italia.- En una entrevista para su diócesis natal, el neocardenal franciscano capuchino Rainero Cantalamessa ha revleado que solicitó al papa Francisco la dispensa de la ordenación episcopal previa a la distinción cardenalicia que el pontífice le ha conferido en meses pasados.
El religioso Predicador de la Casa Pontificia recibirá el birrete púrpura cardenalicio el próximo 28 de noviembre; sin embargo, ha pedido que no se le ordene obispo pues, como lo menciona en la entrevista:
"El oficio del obispo, como dice el título de mi reciente libro de ejercicios espirituales para obispos, es ser pastor y pescador. A mi edad (86) es muy poco lo que podía hacer como pastor; por otro lado, lo que podría hacer como pescador lo puedo seguir haciendo anunciando la palabra de Dios", destaca Cantalamessa.
La diócesis también destaca otra razón para no recibir la consagración episcopal ni los símbolos propios del obispo (mitra, báculo, etcétera): "Deseo morir con mi hábito franciscano, algo que difícilmente me hubiera permitido hacer si hubiera sido obispo".
El religioso comparte cómo se enteró de su distinción cardenalicia: "Como ha acostumbrado el papa Francisco, he recibido la noticia como todos los demás: escuchando en vivo el Ángelus del Papa del 25 de octubre. Si no fuese porque llevo un apellido inonfundible, en aquel momento habría yo pensado que se trataba de cualquier otra persona".
También agradeció al pontífice que le mantenga en los servicios que realiza: "El Papa me ha hecho saber que desea que yo continúe con el oficio de predicador; y he puesto ya manos a la obra para la Prédica de Adviento que este año se tendrán en el Aula Paulo VI para complir con el debido distanciamiento obligado por la epidemia".
En la entrevista Cantalamessa asegura que el birrete púrpura no cambiará en gran medida su vida cotidinana; continuará apoyando en el monasterio de Clarisas Capuchinas, en la Ermita del Amor Misericordioso de Cittaducale y perteneciendo a la Curia General de Capuchinos en Roma.
El neocardenal, por superar los 80 años de edad, no podrá participar en un cónclave futuro para la elección de pontífice pero, como miembro del Colegio Cardenalicio se convierte en un 'consejero' inmediato del Papa:
"¿Consejero del Papa? Sin duda; pero sólo indirectamente. En el sentido de que el Papa, sin que yo lo sepa, pueda sacar algo de luz de la palabra de Dios que predico. En los dos cónclaves anteriores, el de la elección de Benedicto XVI y el papa Francisco, también fui llamado por el Sacro Colegio a hacerlo directamente, tomando una de las dos exhortaciones que los cardenales deben escuchar antes de entrar al cónclave".
Lei è stato per anni conduttore del programma sul Vangelo domenicale di Raiuno il sabato pomeriggio. Secondo lei come è cambiata, in questi anni, la comunicazione religiosa? Giornali e tv hanno ancora spazio per comunicare la fede nell’era di Internet?
«Quando il mio confratello padre Mariano da Torino teneva la sua rubrica religiosa, negli anni Cinquanta e Sessanta, la televisione italiana aveva un solo canale; quando ho cominciato io a spiegare il Vangelo della Domenica c’erano già tre canali ai quali si aggiunsero ben presto quelli di Mediaset. L’offerta era dunque molto più ricca e l’audience, di conseguenza, sempre più ridotta. Ora i canali e i siti internet a contenuto religioso sono pressoché infiniti, in Italia e nel mondo. Sono aumentate le possibilità di alimentare la propria fede. È aumentata anche la qualità? Non sono competente per dare una risposta, né credo che ci sia una risposta unica. Come è nella natura di una comunicazione divenuta così capillare e planetaria, c’è del buono, dell’ottimo e purtroppo tanta zavorra. La religione e il vangelo sono esposti a essere un pretesto per interessi che non hanno nulla a che vedere con il Vangelo e non favoriscono davvero la concordia e l’unità tra i credenti e tra gli uomini in generale. Ci sono tanti sfoghi personali. Però, dicevo, c’è tanto del buono e dell’ottimo. In questi ultimi tempi, per esempio, ho scoperto un sito americano dove un vescovo cattolico, monsignor Robert Barron, ausiliare di Los Angeles, tiene conferenze e omelie profonde, accessibili e avvincenti che registrano ascolti dell’ordine di centinaia di migliaia dopo un giorno o due che sono presenti in rete. Una forma di evangelizzazione impensabile con altri mezzi».
Un ultimo pensiero per il territorio diocesano reatino, terra francescana che si onora di avere nei suoi “confini” un cardinale francescano…
«La terra reatina ha ben altri motivi di onorarsi che quello di ospitare un cardinale! Si direbbe che Francesco d’Assisi avesse un debole per questa terra se ha scelto Fonte Colombo, Poggio Bustone, Greccio, La Foresta come luoghi di soggiorno e di preghiera. In Rieti città egli dimorò spesso. Qui si sottopose a quella terribile cura degli occhi con “frate fuoco” che, sulla preghiera del santo, si mostrò gentile con lui e non gli procurò alcun dolore, mentre gli astanti piangevano e si voltavano dall’altra parte per non vedere. La diocesi di Rieti è stata benedetta dal passaggio di san Francesco e ora ha un vescovo, monsignor Pompili, che coglie ogni occasione per ravvivare nei cuori dei suoi fedeli lo spirito di questo nostro grande santo. Il mio augurio è che la diocesi reatina divenga dispensatrice di amore a Cristo e ai fratelli, nella gioia e nella pace».
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